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Strada delle case bruciate 23
Indirizzo:Strada delle case bruciate 23
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Creta, un piccolo paese, una grande storia

di Luisa Falcone

Tutto è partito da Creta, dove un gruppo di donne hanno trovato una dimora per la famiglia e un luogo bello con una qualità della vita sana per far crescere i propri figli. Creta una frazione che negli anni passati è stata popolata da contadini e agricoltori, ma anche da manifatturieri di mattoni. Ma vediamo brevemente la storia di questo bellissimo ‘borgo’.

Nel VI secolo Creta era parte del comune di Mondonico, allora piacentino, e dipendeva dalla parrocchia di San Giovanni di Mondonico, mentre la vicina Costola, nonostante fosse a poche decine di metri di distanza da Creta, era sotto il comune di Castel San Giovanni e legata alla sua parrocchia. A Costola si trova una villa gentilizia munita di torretta e affiancata da case coloniche e, in età medievale, era presente un ospedale dei pellegrini del quale si ha notizia fin dall’anno 1139. (Costola è localizzata prima delle scuole elementari).

Il nome di Creta dovrebbe derivare dall’ottima argilla per laterizi esistenti e anche per la presenza di una antica fornace nei pressi di Villa Costola, risalente al settecento.

Nella seconda metà dell’ottocento, infatti, la produzione di mattoni e tegole fu un’attività florida. E fino la seconda metà dell’ottocento erano ancora attive a Creta due fornaci di due famiglie di origine svizzera, la famiglia Quadri in località Cà Alvera e la famiglia Mini in località Fornace. Attività che durarono solo alcuni decenni per l’avvento dei forni ‘moderni’ Hoffman. Con l’introduzione dei forni Hoffman a ciclo continuo le piccole fornaci a conduzione familiari dovettero chiudere. La famiglia Mini con l’ultimo proprietario Antonio cessò l’attività nel 1892. 

Il primo documento in cui si attesta l’esistenza di Creta è del 1529 e ascrive di un territorio ad Credam che dipendeva dalla parrocchia di Mondonico. Alla fine del 1600 si costruì un oratorio, dedicato a San Giuseppe nei pressi dell’attuale Chiesa. Nel ‘600 Creta era costituito da un piccolo nucleo di famiglie cosi come le località vicine come Case Bruciate, Costola, Case Basse e Albarone Blesi, oggi Casa Vecchia. Nel 1663, nello Status Animarum (registri che contengono dati anagrafici e religiosi di una comunità parrocchiale) si apprende che a Case Basse vi abitavano 7 famiglie, per un totale di 40 persone; ad Albarone Blesi 2 famiglie per un totale di 21 abitanti; a Costola 5 famiglie con 23 abitanti. Vicino alla Costola nel ‘700 esisteva un gruppo di case denominate Case Delli Pellegrini probabilmente legate all’ospedale di Costola, oggi non più identificabile. Mentre sempre nel ‘700 vennero edificate Case Nuove Marchesi che compaiono per la prima volta nei registri parrocchiali nel 1715. Solo nel 1853 per le suppliche di Carlo Alberto di Sardegna e dell’Arciduchessa Maria Luigia si separarono le comunità di Creta e Ganaghello dalla parrocchia di Mondonico, che faceva capo a Tortona, e furono annesse alla parrocchia di Piacenza. Il 9 dicembre del 1853 il vescovo di Piacenza su incarico di Pio IX fece erigere la parrocchia di San Giuseppe, comune a Creta e Ganaghello, con sede a Creta. Il Presidente fu Aurelio Marasi, primo sindaco l’anno successivo, di Castel San Giovanni. Il primo parroco fu don Antonino Serpagli. Nel Tre anni dopo nel 1856 la parrocchia di Creta fu unita alla chiesa di Vicobarone. Le funzioni, all’inizio, vennero celebrate nell’oratorio di Costola che quindi venne dichiarata sede parrocchiale. La chiesa attuale di Creta venne edificata in tempi differenti e venne consacrata da mons. Scalabrini nel 1883. Sempre nello stesso anno fu edificata la canonica, prima di allora il parroco abitava in una vecchia casa a est della chiesa stessa.